Quella varata nella giornata di ieri per il trasporto pubblico locale (all’interno del più generale decreto legislativo sui servizi pubblici locali) si configura come una riforma storica che colpisce alcune delle più gravi distorsioni del settore. A partire dalla correzione del criterio della spesa storica per distribuire le risorse statali alle regioni. Entra in campo un’articolazione di criteri che prevede anche la ripartizione di un 20% del totale delle risorse mediante il criterio dei costi standard che premiano le gestioni più efficienti.
Tra le norme di rilievo della riforma affiora:
– la correzione del criterio della spesa storica per distribuire le risorse statali alle Regioni,
– le sanzioni per i gestori che non rispettano livelli di qualità del servizio,
– il divieto di circolazione degli autobus Euro 0 ed Euro 1 al fine di favorire il ricambio della flotta,
– l’articolazione per territorio e mezzo applicato dell’obiettivo minimo del 35% di copertura di costi con i ricavi da tariffa,
– l’introduzione di tecnologie conta-passeggeri su bus, metropolitane e treni,
– oltre all’aggiornamento periodico delle tariffe.
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