In una fase di emergenza economica diventa essenziale l’esercizio efficiente dei poteri pubblici, ed in particolare dell’attività amministrativa concernente l’erogazione di risorse, prestazioni e servizi e la gestione dei procedimenti che incidono sull’esercizio di attività di impresa (appalti, rilascio di autorizzazioni, concessioni, licenze, nulla osta, pareri ecc).
Basti pensare che la difficoltà a gestire le procedure autorizzative, le gare di appalto e l’esecuzione dei lavori impedisce di spendere circa 200 miliardi già stanziati per la realizzazione di opere pubbliche, le amministrazioni pubbliche hanno accumulato debiti verso le imprese per circa 53 miliardi di euro, la proliferazione di adempimenti burocratici sottrae al sistema produttivo circa 57 miliardi (costi organizzativi e di consulenza ed assistenza tecnica amministrativa, legale e finanziaria, spese procedurali ed oneri per il contenzioso ecc) (1).
Una delle principali cause di questa gravissima impasse è stata individuata nel fenomeno della cd “burocrazia difensiva”, l’atteggiamento inerte di molti funzionari, che rallentano l’iter dei procedimenti di propria competenza con infinite ed ingiustificate richieste di documenti, pareri, adempimenti per timore di incorrere in responsabilità, ed in particolare nella responsabilità erariale, che obbliga chiunque svolga funzioni pubbliche (funzionari, amministratori, concessionari di servizi pubblici, medici convenzionati ecc) a risarcire gli sprechi di risorse, le condanne al risarcimento danni subite dall’Amministrazione per l’illegittimità dell’azione amministrativa (diniego di finanziamenti, concessioni, autorizzazioni, nulla osta, ritardi ingiustificati, mancata aggiudicazione di gare pubbliche ecc) causata da azioni oppure omissioni compiute con dolo o colpa grave.
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