Prodotti tessili: il nuovo CAM scarpe da lavoro e prodotti in pelle

Tra pochi giorni entra in vigore il nuovo set di Criteri Ambientali Minimi (CAM) per gli appalti pubblici di calzature da lavoro non dpi e dpi, articoli e accessori di pelle, introdotti con il Decreto ministeriale 17 maggio 2018 pubblicato in GU n.125 del 31-5-2018.

Massimo Mauri 17 Settembre 2018
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Tra pochi giorni entra in vigore il nuovo set di Criteri Ambientali Minimi (CAM) per gli appalti pubblici di calzature da lavoro non dpi e dpi, articoli e accessori di pelle, introdotti con il Decreto ministeriale 17 maggio 2018 pubblicato in GU n.125 del 31-5-2018.

La norma si affianca alle previsioni relative ai Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) tessili definite dal precedente DM 11 gennaio 2017, collocandosi nella categoria del Piano d’Azione nazionale sugli appalti verdi “prodotti tessili e calzature”. Si tratta di prodotti derivati da una filiera con processi che possono risultare significativamente impattanti per l’ambiente e presentare criticità relativamente alle condizioni di lavoro lungo la catena della fornitura.

Il Nuovo CAM risponde principalmente all’esigenza di ridurre gli impatti ambientali legati alle lavorazioni della pelle (concia) ed all’assemblaggio delle calzature, sia attraverso una produzione controllata tramite sistemi di gestione ambientale, che premiando tecniche puntuali come quelle per la riduzione dei consumi idrici.

Da un lato, il Legislatore prevede l’obbligo di applicabilità delle due specifiche tecniche più “spinte” (Cap. 2.3.5 “Domanda chimica di ossigeno (COD) nei reflui provenienti dai distretti conciari, dai processi di finissaggio dei tessili e dai processi di produzione dei polimeri/resine naturali e sintetici/che” e Cap. 2.3.7 “Composti organici volatili (COV)”) solo per importi maggiori o uguali a Euro 40.000.

Dall’altra, poiché spesso le lavorazioni più impattanti sono realizzate in Paesi con un elevato rischio di lesione dei diritti umani e del diritto ad un lavoro dignitoso, nella definizione dei Criteri Ambientali Minimi si è fatto riferimento sia alla “Guida per l’integrazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici” (DM 6 giugno 2012), che a diverse specifiche sulla “tracciabilità” dei prodotti offerti, che  consentono  anche  la  verifica  lungo  le  catene  di  forniture  del  rispetto  dei  diritti fondamentali e del diritto al lavoro dignitoso.

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