Nuovo codice degli appalti: il ritorno del rinnovo (ora solo espresso) del contratto

Il nuovo codice degli appalti e delle concessioni, come attentamente osservato (1), prevede le fattispecie della proroga e del rinnovo espressi (art. 106 commi 11 e 12) (2), completando, in senso comunitario,  l’ipotesi della ripetizione ora prevista anche per i lavori analoghi e non solo per i servizi con previsioni “gemelle” per gli appalti ordinari e per gli appalti dei settori speciali (artt. 63 – comma 5 – e 125 comma 1, lett. f).

Viene mantenuta la distinzione già nota nel senso che le prime (rinnovo e proroga) vengono considerate – per ciò che in questa sede interessa – come modificazioni di contratti in corso (art. 106) mentre la ripetizione mantiene la sua natura di procedura negoziata nella fattispecie dell’affidamento o del riaffido diretto.

Il rinnovo espresso del contratto  

Limitando le considerazioni essenzialmente al rinnovo, non si può non rilevare che la stessa commissione speciale che ha espresso il monumentale parere depositato il 1° aprile (Consiglio di Stato n. 855/2016), sostanzialmente negativo, ha preso in considerazione anche la fattispecie in commento così come declinata nel comma 12 a memoria del quale “Il contratto di appalto può essere, nei casi in cui sia stato previsto nei documenti di gara, rinnovato per una sola volta, per una durata e un importo non superiori a quelli del contratto originario. A tal fine le parti stipulano un nuovo contratto, accessorio al contratto originario, di conferma o di modifica delle parti non più attuali, nonché per la disciplina del prezzo e della durata”.

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