Le riserve negli appalti pubblici costituiscono un importante strumento di tutela per l’impresa esecutrice, consentendole di segnalare circostanze che incidono sull’esecuzione dell’appalto, come maggiori oneri, ritardi e modifiche contrattuali.
Tuttavia, il loro riconoscimento è subordinato al rispetto di rigorosi requisiti normativi, tra cui tempestività e specificità, essenziali per garantire la stabilità finanziaria della stazione appaltante e la certezza della spesa pubblica.
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 1215/2025, ha ribadito che la tardiva iscrizione delle riserve comporta la decadenza del diritto dell’appaltatore al riconoscimento dei propri crediti. L’impresa, dunque, è tenuta a iscrivere la riserva non appena l’evento lesivo diventa percepibile, anche se il danno economico non è ancora quantificabile 1 (Cass. n. 1215/2025, p. 19).
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