Le opportunità (e le criticità) della digitalizzazione negli appalti pubblici tra trasparenza, diritto di accesso e processi organizzativi

A cura di Evarita D’Archivio

Evarita D’Archivio 24 Aprile 2023
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Il D. Lgs. n. 36 del 2023 (Codice dei contratti pubblici), in vigore dal 1° aprile 2023 ed efficace dal 1° luglio 2023 ha introdotto in modo decisivo e in una visione sistematica, il principio della digitalizzazione del ciclo di vita degli appalti.

Quali benefici si avranno e quali frontiere restano ancora da esplorare? La riflessione che qui si propone, parte dal dato relativo alle operazioni di acquisti effettuate dalle 36.000 stazioni appaltanti (con oltre 100.000 centri di spesa) oggi operanti in Italia e si sviluppa con una analisi degli articoli del nuovo Codice inerenti alla tematica.

1 – GLI ACQUISTI DELLE P.A.

Ogni anno nell’Unione Europea si spendono circa 2.000 miliardi di Euro, pari al 13,6 % del PIL europeo e all’11% di quello italiano, per l’acquisto di servizi, lavori e forniture.

Nell’ambito di questo macro dato, è interessante anche osservare l’informazione relativa alle modalità di acquisizione che restituisce, nell’anno 2022[2], un quadro così sintetizzabile: le Convenzioni sono lo strumento di e-procurement certamente più utilizzato nel 2022, con un valore di 7,3 miliardi di euro (+53% rispetto al 2021); a seguire il Mercato elettronico della PA – Mepa, con un valore di 6,5 miliardi di euro (+2% rispetto al 2021), il Sistema dinamico di acquisizione – Sdapa con 3,7 miliardi di euro (+22%) e gli Accordi quadro con 2,3 miliardi di euro (+160%).

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