Premessa. Fortuna e talento
Un celebre film di Woody Allen (1) si apre con la frase: “Chi disse «preferisco avere fortuna che talento» percepì l’essenza stessa della vita”.
Certo, il talento forse costituisce un requisito, o comunque un’occasione che ci consente di sfruttare le opportunità, ma senza la fortuna molte carriere non sarebbero mai nate.
La mia fortuna si chiama Mauro Di Pace.
Appena laureato, senza un’idea chiara su cosa fare e solo una passione per il diritto amministrativo (e, più in particolare, per quello degli appalti), mi sono ritrovato a svolgere la pratica forense nel suo studio.
Chiunque lo abbia vissuto sa che il passaggio dallo studio di una disciplina alla sua attuazione può essere traumatico, specie senza una guida che ci orienti e ci spieghi tante cose.
Mauro mi ha spiegato molto. Mi ha spiegato molto non solo sui processi o su come scrivere un atto processuale.
Mi ha insegnato un metodo di lavoro, valevole per qualsiasi attività, insegnamenti che perdurano ancora oggi.
Faccio un esempio: nell’ultimo numero di questo periodico ho consigliato di scrivere le offerte tecniche seguendo il principio “il vostro parlare sia sì, sì; no, no”.
Ecco, è un insegnamento che mi ha dato Mauro, quando mi ha spiegato che gli atti vanno scritti come un romanzo (o, almeno, come un buon romanzo): frasi dirette, poche incidentali, brevi, riassuntive.
Non sono stato forse un buon attuatore di questi principi, ma li tengo ancora a mente.
Ne faccio un altro, non meno importante: l’attenzione al dettaglio.
Questo insegnamento l’ho tratto da un caso pratico in cui, dopo aver letto più volte gli atti e alla ricerca di una strada per uscire da una situazione non molto piacevole per il cliente, Mauro mi fece notare che c’era una soluzione, e dipendeva da un rigo contenuto in uno degli atti.
Attenzione al dettaglio che, ne sono certo, riconoscerete essere essenziale in questo lavoro.
Non è però per questo che ospito Mauro in questa rivista con un suo contributo. Lo ospito perché è un valente professionista, e non ha bisogno di avere alcuna prova al riguardo.
E lo ospito su un tema di estremo rilievo per gli appalti: l’accesso agli atti. Un po’ ne abbiamo parlato in altri numeri (ed è un tema su cui ho avuto modo di scrivere anche in altri casi), ma è bene ritornarvi, perché è molto importante. Solo l’accesso agli atti ci consente di comprendere perché abbiamo perso una gara, come siano state valutare le offerte, analizzare e studiare quelle altrui ed eventualmente valutare ricorsi e precontenziosi ANAC.
Il Codice del 2023 ci facilita in questo prevedendo una forma di accesso automatico, ma non risolve tutti i problemi. Basti ricordare il caso della stazione appaltante che non ha messo a disposizione i documenti di offerta dell’aggiudicatario agli altri concorrenti perché il sistema telematico non prevedeva questa funzionalità, oggetto di una recente pronuncia del TAR Toscana (2), e il continuo contenzioso sull’accesso alla fase esecutiva.
Tanti nodi da sciogliere, e non sono nodi gordiani.
Mauro, però, non è l’unica fortuna che ho avuto.
Un’altra, tutt’altro che irrilevante, si chiama #vitadagara.
È un’associazione del terzo settore che raggruppa professionisti ed esperti del settore, una community o, come preferisco dire io, una comunità, un luogo in cui si condividono valori (gli appalti non sono solo un mezzo per acquisire utili, ma un possibile volano per migliorare la qualità della vita degli utenti in ogni settore in cui il pubblico interviene), esperienze, idee, opinioni (confrontandosi ma senza mai scadere nel litigio) e vita quotidiana degli uffici gare.
Un’associazione che conosco molto bene, non tanto per l’esserne socio fondatore, ma per il fatto che la community su cui è sorta è nata fondamentalmente quando ho per la prima volta assunto un ruolo di responsabilità negli appalti.
Spaesato e a volte intimorito, ho trovato in #vitadagara la casa di chi ama gli appalti. Casa che da oggi ha una camera in più, perché da oggi questa rivista viene redatta in collaborazione con l’Associazione, fornendo un prezioso supporto da parte di chi, ogni giorno, le gare le gestisce. Una novità tutt’altro che minimale, motivo per cui il logo compare nella copertina di questo numero, così come compariranno scritti degli associati.
Tornando ai contenuti, in questo numero trovate inoltre una breve guida su come usare l’intelligenza artificiale per predisporre checklist di gara e per analizzare gli atti, che nasce da un’esperienza pratica. Sono strumenti con cui, piano piano, conviene iniziare a confrontarsi, ma con la consapevolezza dei relativi limiti.
Seguono gli aggiornamenti normativi e i consigli pratici, come sempre.
Bene, concludo qui, e scusatemi per la colorazione un po’ personale di questa premessa, ma gli appalti, nel bene e nel male, sono parte delle nostre vite, e qualche traccia, direttamente o indirettamente, resta sempre in quello che scriviamo.
E spero che i contenuti che offriamo aiutino a ottenere queste scuse.
Una buona lettura!
Vincenzo Laudani
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(1) Se non lo avete ancora visto, vi consiglio di farlo. E’ Match Point.
(2) TAR Toscana, sez. IV, 25.9.2024 n. 1035.
In questo numero
Approfondimento
L’accesso agli atti nelle procedure di gara
Consigli operativi
Creare checklist di gara con l’intelligenza artificiale: difficoltà, opportunità e valorizzazione
Domande e risposte
Aggiornamenti normativi
Suggerimenti per la redazione di atti
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