Impianti sportivi: rivive il fantasma dell’affidamento “preferenziale” alle società sportive

Luigi Oliveri 30 Luglio 2018
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L’articolo 13 del d.l. 87/2018, altrimenti noto come “Decreto Dignità”, ritorna per l’ennesima volta sull’affidamento degli impianti sportivi alle società sportive.

Si tratta della seconda operazione che resuscita una norma “morta”, qual è in effetti l’articolo 90, commi 24, 25, della legge 289/2002.

La prima “risuscitazione” si ebbe con un intervento operato dalla legge 205/2017, che estese le procedure “di favore” per le società sportive dilettantistiche alle società dilettantistiche a scopo di lucro, che, invece, per effetto del d.l. 87/2018 vengono abolite.

In mezzo a questi repentini e ravvicinati cambiamenti ordinamentali resta l’istituto dell’affidamento degli impianti sportivi, afflitto dalle contraddizioni insanabili tra la disposizione del 2002, ben precedente alla disciplina comunitaria degli appalti, e le norme del codice dei contratti.

L’articolo 90 della legge 289/2002 resta una spina nel fianco dei tecnici dei Comuni, perché, mercè leggi regionali attuative piuttosto difformi dai principi concorrenziali delle direttive europee sui contratti, si presta molto facilmente alla pretesa degli organi di governo locali di turno di affidamenti “diretti” a società sportive “del territorio”, che spesso costituiscono bacino di voti e di consensi.

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