Anche il 2025 si apre con gravi difficoltà per le amministrazioni e gli operatori economici: il precedente anno ha visto il dramma della digitalizzazione degli appalti che in fase di avvio (ma certi aspetti sono in ulteriore proroga, leggi PCP per cig sotto i 5000 euro) tante problematiche operative e interpretative ha creato al mercato dei contratti pubblici.
Quest’anno si assiste a una sorta di decreto legge entrato in vigore lo stesso giorno della pubblicazione (la sera del 31 dicembre!) con enormi criticità sul piano innanzitutto della conoscibilità del testo normativo:
1) Il decreto consta di quasi 200 pagine che intervengono non solo sugli articoli del codice ma anche sugli allegati, per cui anche coloro che hanno fatto corsi di lettura veloce sono più che sfidati;
2) La tecnica di redazione è discutibile, perché si emendano man mano gli articoli ma poi si ricomincia da capo con le abrogazioni, per cui per avere il testo effettivo di una disposizione del codice bisogna leggere e rileggere le norme modificative e quelle abrogative (es. di un comma o periodo di quello stesso articolo), che si trovano in sedi diverse; il tutto moltiplicato per tutti gli articoli del codice e gli allegati;
3) Ovviamente, la disciplina di un istituto è data dalla somma dell’articolato e dei relativi allegati, ciò che rende ancor più difficoltosa la “caccia” alla effettiva norma vigente;
4) Al momento in cui si scrive, non esiste un testo coordinato, né istituzionale né di commentatori privati, del codice, e si tratta come chiaro di un testo unico rilevantissimo che dovrebbe in primo luogo presupporre una sua disponibilità aggiornata subitanea;
5) A causa del confuso e frenetico iter approvativo ove sono circolati testi, pareri e interpretazioni che ancora si reperiscono in rete e che potrebbero fuorviare gli addetti ai lavori meno esperti, è indispensabile anche sotto tale profilo un punto fermo su quali siano i contenuti effettivi del codice come emendato in Gazzetta Ufficiale.
Ci troviamo, a ben vedere, in una situazione giuridica pre-illuminista che ricorda le famose grida manzioniane.
Da Paese europeo e settima potenza mondiale meriteremmo di meglio.
Come sempre ci rimboccheremo le maniche e ce la caveremo, ma che fatica.
Certo le iniziative di formazione e prima ancora di informazione in materia assumono in questo caso importanza strategica. Ricordiamoci tra l’altro che siamo sotto PNRR.
Buon 2025 e buon lavoro a tutti.
Il sadismo del legislatore nazionale in materia di appalti
Anche il 2025 si apre con gravi difficoltà per le amministrazioni e gli operatori economici
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