Da sempre” – ha proseguito Carlini – “abbiamo sostenuto la pericolosità di una deregulation e ci fa estremamente piacere che da più parti si sia ribadita l’importanza di regole certe.
Ci auguriamo che le varie osservazioni avanzate fin qui, inducano il Governo ad una riflessione su quanto scritto nelle bozze circolate in queste ore.
Le regole vigenti rappresentano un punto di equilibrio frutto di un lavoro decennale di modifiche e temperamenti.
Sbarazzarsi di queste regole non ha nessun legame con le necessità di ripresa e ripartenza della nostra economia.
Al contrario, sarebbe totalmente controproducente: quello che l’Europa ci chiede è di modernizzare il paese nel segno della trasparenza, della competenza e dell’innovazione.
Con la sospensione del Codice invece, provocheremmo una paralisi – e non un’accelerazione – dovuta ai vuoti normativi su quelle materie non disciplinate delle regole comunitarie. Inoltre, l’effetto combinato dell’eliminazione di soglie nel subappalto e l’introduzione del massimo ribasso riporterebbero il Paese indietro di venti anni ed avremmo scarsa qualità nelle opere e più fattori di rischio e insicurezza.”
“Quello di cui abbiamo bisogno” – ha concluso Carlini – “è di migliorare il Codice con interventi specifici, a partire da una riqualificazione delle stazioni appaltanti. L’obiettivo è quello di favorire la ripresa all’interno di una cornice chiara di regole e di tutelare le imprese appaltatrici, le stazioni committenti e la Pubblica Amministrazione da infiltrazioni criminali”.
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