Lo ha ribadito Mario Occhiuto, delegato Anci a Lavori pubblici e Urbanistica e sindaco di Cosenza, intervenendo in Commissione Lavori Pubblici del Senato, nell’ambito di un’indagine conoscitiva sull’applicazione del codice dei contratti pubblici. (vedi documento consegnato ai commissari).
Il delegato Anci ha ricordato che la necessità di un intervento emergenziale nasce da una semplice considerazione dei tempi troppo lunghi per la realizzazione delle opere pubbliche : “quasi 4 anni per gli appalti minori (importi di lavori fino a 500mila euro), circa 7 anni per le opere di importo compreso tra i 500mila e i 50milioni di euro e fino a quasi 15 anni per gli appalti di valore più elevato”. Occhiuto si è soffermato sulle proposte di Anci che hanno trovato già spazio nei principi della legge delega: “Innanzitutto la revisione organica dell’attuale struttura del Codice con chiara e potenziata attribuzione ad Anac di funzioni di vigilanza, collaborazione, controllo e deflazione del contenzioso a presidio della legalità affidando, invece, ad un’unica fonte regolamentare l’attuazione del Codice”.
Il sindaco di Cosenza ha auspicato invece che nell’annunciato decreto d’urgenza, il cd sbloccacantieri, trovino spazio la “semplificazione delle procedure di aggiudicazione con rivisitazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa che ha creato non poche complicazioni agli operatori ed l’introduzione della progettazione semplificata per tutte le manutenzioni”, così come “la limitazione della responsabilità dei dipendenti pubblici che adottano provvedimenti di aggiudicazione in attuazione di pareri Anac”. Sempre come contenuti dell’annunciato decreto legge, il sindaco di Cosenza ha ricordato che occorrerebbe inserire: da un lato la reintroduzione dell’appalto integrato per la realizzazione di investimenti pubblici, consentendo alle stazioni appaltanti di ricorrere all’affidamento della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori, sulla base, comunque ed obbligatoriamente, di un progetto definitivo e dall’altro specifiche semplificazioni procedurali per i piccoli comuni, soffocati da una pletora di adempimenti e regole che non hanno ragione d’essere in riferimento al valore degli appalti”.
Tuttavia, secondo Occhiuto, “in attesa di una riforma decisiva del codice degli appalti e di una semplificazione delle procedure, il Paese non può essere lasciato privo di una strategia di velocizzazione e realizzazione di opere destinate ad attivare dinamiche virtuose nei suoi processi di crescita economica”. In tale direzione “si potrebbe optare per un’adozione diffusa del ‘modello Genova’ per puntare, cioè, sul ruolo dei Sindaci quali Commissari Straordinari delegati allo sblocco delle procedure di realizzazione di opere ritenute particolarmente strategiche, significative e condivise dal territorio”.
“Perdere ulteriormente tempo in un quadro, ormai certo, di recessione internazionale – ha concluso il delegato Anci a Lavori pubblici e Urbanistica – vanificherebbe tutti gli sforzi di sostegno alla domanda e agli investimenti contenuti nel quadro degli interventi di finanza pubblica adottati dal Governo. La modernizzazione del Paese necessita di un ruolo sempre più attivo dei Comuni e dei Sindaci nella loro dimensione di agenti di sviluppo e d’innovazione delle strategie territoriali”.
Fonte: www.anci.it
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