La recente sentenza del TAR Puglia, Lecce n. 1322/2018 e, soprattutto, una recentissima Faq dell’ANAC, hanno riaperto la questione della rotazione negli affidamenti nel sotto soglia comunitaria (per intendersi l’ambito operativo dell’articolo 36 del codice e, se vogliamo, anche quello dell’articolo 63 delle procedura negoziata senza pubblicazione di bando)
L’esigenza dell’alternanza tra affidatari, e già in fase di inviti, in realtà abbondantemente nota già con il pregresso regime normativo, è questione su cui si stanno registrando – anche nel recente periodo – atteggiamenti diversi.
Dapprima un atteggiamento ortodosso (prima formulazione dello schema delle Linee guida n. 4) per passare poi ad un approccio soft (tant’è che con le LG 4 adeguate si è parlato, addirittura, di un superamento delle conseguenze negative della rotazione), per registrare poi in giurisprudenza orientamenti ora dell’uno e ora dell’altro segno.
E da ultimo si registra, infatti, l’orientamento restrittivo del giudice pugliese ma – a ben vedere praticamente confermato (se non inasprito) – della stessa ANAC con la recente FAQ che, come si dirà più avanti, non sembra neppure perfettamente coerente con altre riflessioni espresse dalla stessa Authority nella relazione tecnica che accompagna la ricalibratura (adeguata alle modifiche apportate al codice dal decreto legislativo correttivo n. 56/2017) delle LG4.
Queste constatazioni, si perdoni l’ovvietà, inducono a ritenere che nella, pare imminente, modifica del codice dei contratti alcune norme dovrebbero essere riscritte (tra queste anche lo stesso articolo 36 del codice).
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