Quale regola seguire nei casi di concessioni che fanno riferimento a diverse tipologie di attività e quindi a diversi contratti collettivi nazionali? Come va letta l’esclusione tassativa, prevista dal nuovo Codice Appalti, in presenza di un’anomalia sui minimi salariali? Le strade da percorrere
L’articolo 41, comma 13 del d.lgs. 36/2023 specifica che per i contratti relativi a lavori, servizi e forniture il costo del lavoro è determinato annualmente dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali sulla base di valori economici determinati dalla contrattazione collettiva nazionale su base territoriale.
Con questi presupposti la stazione appaltante (articolo 41, comma 14 del d.lgs. 36/2023) individua nei documenti di gara i costi della manodopera che, insieme a quelli della sicurezza, sono scorporati dall’importo assoggettato al ribasso d’asta; pertanto, se l’operatore economico dovesse presentare un’offerta il cui ribasso potrebbe incidere sul costo della manodopera, per evitare l’esclusione dalla gara dovrà dimostrare che tale ribasso non deroga dai minimi previsti dai contratti collettivi nazionali ma deriva da una più efficiente organizzazione del lavoro (possibilità che sembrerebbe negata dall’articolo 110, comma 4 dello stesso d.lgs. 36/2023).
Per approfondire l’argomento
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