Correttivo codice appalti, OICE: “Positive le norme sui compensi e sui consorzi stabili; necessario un attento monitoraggio sull’attuazione delle norme sull’appalto integrato”
Sono questi i primi commenti a caldo dell’OICE – l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria – sul decreto correttivo del codice dei contratti pubblici approvato giovedì scorso, e che sarà pubblicato sulla gazzetta ufficiale di domani.
È il Vice Presidente con delega agli sviluppi legislativi, ing. Giorgio Lupoi a tracciare un primo bilancio: “Il decreto va salutato complessivamente con favore perché da un lato accoglie proposte che per il nostro settore erano di grande equità e, dall’altro, raccoglie la sfida di rilanciare il settore allentando qualche rigidità. Vedremo se questa linea si dimostrerà vincente ma, pur con qualche perplessità, pensiamo che l’operazione sia corretta. Adesso occorre assicurare stabilità delle regole almeno per due anni, come Parlamento e Consiglio di Stato hanno richiesto, e una loro completa attuazione a partire dai livelli di progettazione, per passare ai bandi-tipo e ai contratti-tipo, fino ad arrivare alle linee guida per il BIM.”
Qualcosa, però, ad avviso dell’OICE, manca: “Ci sarebbe piaciuto – e lo avevamo chiesto – che gli stessi livelli di esperienza chiesti al mercato per progettazione e direzione lavori, fossero ritenuti imprescindibili anche per gli affidamenti ai tecnici interni alle Amministrazioni, ma confidiamo che a ciò si arrivi attraverso il sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti. Avevamo anche chiesto di alleggerire l’impatto del rimborso degli oneri di pubblicità sui quotidiani, che nel nostro caso possono arrivare anche al 10% del valore dell’appalto, anche con una anticipazione prezzi. Avremmo apprezzato qualche sforzo in più sui supporti al RUP, anche per fare crescere la Pubblica Amministrazione nel confronto con chi utilizza ogni giorno il project management.”
Sul tema dell’appalto integrato la posizione dell’OICE è cauta: “Molto positivo è che sia stato ribadito il principio generale dell’affidamento dei lavori sulla base del progetto esecutivo; avevamo chiesto che fossero ridotte le eccezioni e il fatto di avere eliminato i casi di urgenza è sicuramente positivo dal momento che è proprio dietro al vago concetto di “urgenza” che spesso ha prosperato la mancanza di trasparenza. Accettabile, ma a condizione di effettuare un serio monitoraggio sull’attuazione della norma, è l’eccezione che mira a superare il blocco per i progetti definitivi approvati al 19 aprile del 2016: ne vediamo la positività nell’effetto di rilancio del settore delle costruzioni – anche se ci si potrebbe chiedere come mai ad un anno dall’entrata in vigore del codice ci siano ancora progetti definitivi non messi in gara per ottenere gli esecutivi – ma siamo certi che i risultati più rilevanti arriveranno dalla messa in gara dei tanti progetti esecutivi commissionati in questi ultimi undici mesi ai progettisti. Rimangono le eccezioni per le manutenzioni, comunque limitate, e quelle per netta prevalenza tecnologica e innovativa. In quest’ultimo caso auspicavamo qualche paletto in più per vietare distorsioni applicative. Positivo è anche che sia stato limitato il ricorso al contraente generale in un ambito consono a tale figura. Avevamo registrato troppe anomalie in questi ultimi mesi.”
Il punto relativo ai corrispettivi era anch’esso molto sentito: “L’applicazione obbligatoria del “decreto parametri” era per noi il primo punto di partenza, fondamentale per avere gare di qualità il cui importo a base delle stesse fosse calcolato correttamente; oltre a questa richiesta integralmente accolta, abbiamo con piacere salutato l’accoglimento di altre due norme da noi proposte, finalizzate ad evitare che si subordinasse il pagamento dei corrispettivi all’ottenimento del finanziamento dell’opera progettata e che si potessero utilizzare forme di sponsorizzazioni e di rimborsi nelle gare di servizi di ingegneria e architettura. Abbiamo notato che anche il Presidente ANAC in audizione ha accolto con molto favore queste due nostre proposte e ne siamo lieti.”
Ma anche altri punti soddisfano l’OICE: “L’aver tolto – come da nostra richiesta – i vincoli per la dimostrazione dei requisiti da parte dei consorzi stabili di società di ingegneria e di società tra professionisti è un altro elemento molto positivo che assicurerà condizioni di accesso al mercato favorevoli soprattutto per piccole e medie società che cercano di aggregarsi per concorrere sul mercato. Molto bene anche il chiarimento sull’esclusione per gli affidamenti di servizi di ingegneria e architettura dell’obbligo di indicazione dei costi della manodopera e degli oneri aziendali concernenti l’adempimento delle disposizioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Infine abbiamo apprezzato la conferma dell’accordo quadro che, se utilizzato correttamente, può essere strumento importante per fare sviluppare un’ingegneria di qualità.”
Comunicato Stampa OICE – Roma, 19 aprile 2017
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