Buoni pasto: i danni dalla bulimia da accentramento delle gare d’appalto

Le vicende legate al mega appalto di servizi da un miliardo circa per i buoni pasto ai dipendenti pubblici sono la conferma di quanto sbagliata sia la strada intrapresa anni addietro verso la centralizzazione forzata degli appalti.

Luigi Oliveri 20 Luglio 2018
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Le vicende legate al mega appalto di servizi da un miliardo circa per i buoni pasto ai dipendenti pubblici sono la conferma di quanto sbagliata sia la strada intrapresa anni addietro verso la centralizzazione forzata degli appalti

I fatti di cronaca ci raccontano che la Consip ha disposto la risoluzione della convenzione con Qui! Ticket nelle Regioni Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia e Lazio “per reiterato, grave e rilevante inadempimento delle obbligazioni contrattuali”.

Gli inadempimenti principali consistono nei ritardi enormi con i quali il vincitore della gara pubblica di Consip paga agli esercenti convenzionati il controvalore dei buoni pasto.

Sempre le cronache ci informano che dall’inizio dell’anno in tutta Italia bar e ristoranti sono ai ferri corti con Qui per i mancati o tardivi rimborsi.

Finché, in particolare dalla primavera, una gran parte degli esercenti, compresi i supermercati hanno deciso di non accettare più i buoni pasto dell’appaltatore Consip.

Pertanto, i dipendenti pubblici si ritrovano in mano buoni o tessere magnetiche che non valgono nulla e, quindi, privi dei buoni pasto.

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