La questione del ritardo nell’approvazione dei regolamenti sugli incentivi tecnici, rispetto alle attività espletate dai dipendenti pubblici, sta creando e ha creato problemi sulla legittimità di eventuali effetti retroattivi.
Il Consiglio di Stato (parere n. 281/2021) e la Corte dei conti della Campania (deliberazione n. 170/2021) consapevoli degli effetti sulla remunerazione dei dipendenti, hanno operato in due diverse direttrici, la prima chiedendo un intervento specifico al Governo, la seconda rinviando alla Sezione delle Autonomie la risoluzione della questione di massima.
Le indicazioni del Consiglio di Stato
Nel parere interlocutorio, reso al regolamento sugli incentivi tecnici al Ministero di Giustizia, a distanza di quasi cinque anni dall’operatività del nuovo codice dei contratti (d.lgs. n. 50/2016), i magistrati amministrativi di appello, hanno evidenziato la questione riguardante la retroattività degli incentivi al personale. Sulla questione dell’inserimento, all’interno del regolamento del Ministero, di una norma che ne prevede la retroattività degli effetti, anche a causa del ritardo nell’approvazione del regolamento, il Consiglio di Stato ha avvertito il Ministero sul rischio della scelta operata. Infatti, sulla questione vi è un ampio dibattito che si è innestato, dopo l’entrata in vigore del nuovo codice, sul tema se fosse o meno possibile applicare il nuovo regime alle procedure di appalto avviate dopo l’entrata in vigore del codice stesso, pur in mancanza dei (non ancora adottati) regolamento e accordi sindacali in sede decentrata.
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