Il 2021 è stato, seppure con le criticità ben note, un anno costellato da buoni auspici per gli appalti in Sanità.
Vi sono stati, infatti, alcuni, seppure timidi, tentativi di intervenire su talune delle annose problematiche che attanagliano il settore (e, più, in generale quello degli appalti pubblici), che si auspica abbiano seguito nel nuovo anno.
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a) Si pensi, per esempio, alla spinosa questione delle proroghe relative ai contratti per il quali le Amministrazioni hanno l’obbligo di ricorrere a Consip o alle altre centrali di committenza[1].
È noto che la problematica assume quotidiana rilevanza, soprattutto per le amministrazioni che operano nel settore sanitario in quanto
Allo stato attuale, infatti, l’obbligo per gli Enti Sanitari Nazionali di approvvigionarsi necessariamente a livello centralizzato/aggregato per molte categorie – fondamentali – di beni e servizi [2] crea un impasse rilevante in quanto accade soventemente che le convenzioni centralizzate siano scadute e la gara per il nuovo affidamento delle medesime si protragga per lungo tempo.
Ecco, quindi, che si pone agli enti sanitari il problema della gestione del periodo compreso tra la scadenza delle precedenti convenzioni non più rinnovabili e l’aggiudicazione della gara centralizzata.
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