Affidamenti in house e partecipazioni “pulviscolari”: il punto del Consiglio di Stato

A cura di Fabio Moretti

Fabio Moretti 25 Ottobre 2021
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Con la sentenza n. 7093 del 22 ottobre 2021, il Consiglio di Stato, torna ad esprimersi riguardo alle motivazioni legittimanti il ricorso agli affidamenti diretti secondo il modello in house providing da parte degli enti locali.

Recentemente, attraverso la relazione al Parlamento su “Gli organismi partecipati dagli enti territoriali e sanitari (deliberazione n. 15/SEZAUT/2021/FRG), la Corte dei conti, Sezione delle Autonomie, aveva rilevato sul tema come gli affidamenti diretti costituiscano per gli enti territoriali il 93% del totale (16.963 su 18.251 affidamenti in corso), rappresentando in cifre le dimensioni di un fenomeno ben noto agli addetti ai lavori.”

Tra gli elementi di maggiore delicatezza in materia di in house troviamo il corretto inquadramento della compartecipazione al capitale sociale di una pluralità di enti pubblici (per i quali debbono riscontrarsi le condizioni di un controllo analogo congiunto) e la compiutezza delle assunzioni motivazionali poste alla base della scelta relativa agli affidamenti.

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