Premessa. Dalla gara d’appalto al processo penale: un passo semplice quanto critico
Spesso lo si dimentica, ma partecipare all’appalto, ed eseguirlo, comporta sempre un rischio. Il rischio di finire davanti a un giudice penale a rispondere del proprio operato.
Alle volte l’esistenza di questa dimensione penale ci viene ricordata dagli atti di gara stessi e, in particolare, dalle nostre autodichiarazioni. “Consapevole delle sanzioni penali in cui incorre il soggetto che renda dichiarazioni false, mendaci od omissive”: ogni volta che presentiamo un’autodichiarazione, ci assumiamo il rischio che l’errore conduca ad un giudizio penale.
Ma il penale non si ferma a questo. Purtroppo, non per fortuna. C’è un mondo che va oltre.
Solo per fare un esempio: la frode nelle pubbliche forniture. Certi giochi, volti a garantirci un adeguato utile anche violando il capitolato, non sono solo inadempimenti contrattuali. Sono anche altro: sono anche, a determinate condizioni, illeciti penali.
Con uno di questi mi sono confrontato una volta. Vinciamo una gara, una gara di trasporto sanitario, “scalzando” il gestore uscente. Viene fatta l’esecuzione d’urgenza, e l’aggiudicatario non ha i mezzi necessari sin da subito. Così si fa prestare dei mezzi da un altro. E una mattina arrivano i Carabinieri. Il concorrente scalzato, non molto felice di avere perso il contratto, ha presentato denuncia per subappalto non autorizzato. Finì in niente, ma l’arrivo dei Carabinieri fece tremare il cliente. E non auguro a nessuno di entrare in ufficio una mattina e trovarsi le forze dell’ordine per un appalto. Si trema anche quando non si ha niente da temere.
Ma si trema di meno se si sa cosa può arrivare, ossia quali errori fanno sì che alla denuncia segua il processo. Ecco perché in questo numero ospito un contributo di Aldo Areddu, avvocato penalista specializzato nel settore della pubblica amministrazione e della contrattualistica pubblica, che ci parla proprio di subappalto non autorizzato (reato da conoscere per evitarlo).
Ma andiamo anche un po’ oltre il penale, e parliamo di intelligenza artificiale. Lo abbiamo già fatto in un’altra occasione (nel numero 6 del 2024), lo facciamo di nuovo. Lo facciamo parlando di etica, lo facciamo parlando di appalti. Perché il nuovo Codice fa riferimento all’intelligenza artificiale, ma lo fa ponendo dei limiti: accessibilità e umanità, nel senso che deve essere sempre possibile sapere in che modo l’algoritmo è giunto ad un risultato e deve esserci sempre una decisione finale umana, non meramente meccanicizzata. E questo è parlare non solo di diritto, ma anche di etica. Lo fa per noi Maria Del Giudice con un suo contributo.
Teoria, ma anche pratica. Trovate in questo numero un contributo dedicato alle simulazioni dei punteggi, utili per costruire un’offerta vincente.
Non da ultimo, gli auguri per il nuovo anno, che si apre con l’ennesima novità normativa e con i conseguenti rischi: il correttivo appalti. Auguri per chi affronta questa nuova sfida. Ma auguri non solo professionali. Auguri anche personali, per la vostra serenità, per le vostre famiglie. Gli appalti sono importanti e sono un pezzo rilevante delle nostre vite, ma non sono l’unico.
In questo numero
• Approfondimenti
Il reato di subappalto non autorizzato
Etica dell’intelligenza artiἀciale applicata agli appalti pubblici
• Consigli operativi
La simulazione dei punteggi tecnici ed economici
• Domande e risposte
• Aggiornamenti normativi e novità
• Suggerimenti per la redazione degli atti
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