Correttivo appalti: rinvio dei pareri parlamentari e critiche da parte delle opposizioni in tema di CCNL

Vincenzo Laudani 16 Dicembre 2024
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Bisognerà attendere fino a domani, martedì 17 dicembre, per avere il parere della Commissione Ambiente del Senato sul correttivo.

Il Governo ha infatti accolto la richiesta di un rinvio rispetto all’originario termine dell’11 Dicembre.

L’esecutivo, quindi, non adotterà il correttivo prima del 18 Dicembre.

Intanto le opposizioni manifestano la propria contrarietà allo schema di decreto.

Le critiche, in particolare, riguardano le previsioni dell’Allegato I.01 che verrebbe introdotto dal correttivo.

Per le opposizioni le previsioni dell’Allegato:

a) aprirebbero a fenomeni di dumping contrattuale, consentendo di individuare, quali applicabili, CCNL svantaggiosi per i lavoratori;
b) i criteri di rappresentatività previsti dal decreto eluderebbero l’art. 39 della Costituzione e non garantirebbero realmente l’individuazione delle organizzazioni sindacali con maggiori aderenti.

Sul metodo, inoltre, le opposizioni ritengono che sarebbe stata necessaria una concertazione con le parti sociali, del tutto assente dato che queste sarebbero state coinvolte solo dopo la redazione dello schema.

Difficilmente queste osservazioni potranno condurre ad una bocciatura del testo (bocciatura che, lo si ricorda, non bloccherebbe ma solo rallenterebbe l’iter di emanazione) ma la tematica del CCNL è stata oggetto di pareri critici da parte del Consiglio di Stato, dell’ANAC, delle organizzazioni sindacali e anche di alcune associazioni di categoria imprenditoriali, e non è detto che il MIT non diceva di intervenire sul tema.

Va però dato atto che alcuni dei rilievi sul tema appaiono quantomeno ingenerosi e, anzi, l’Allegato I.01 proposto sembra al contrario tradursi in una sostanziale introduzione di un obbligo di applicazione dei CCNL leader (e questo, sotto il profilo tecnico, costituirebbe motivo di incostituzionalità delle previsioni), come emerge:

a) Dalla previsione per la quale le Stazioni Appaltanti devono indicare negli atti di gara “il contratto collettivo nazionale di lavoro preso a riferimento dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali nella redazione delle tabelle per la determinazione del costo del lavoro”, che coincide con quello sottoscritto dai sindacati “confederali”;
b) Per la rappresentatività viene previsto il criterio della presenza dell’organizzazione sindacale e imprenditoriale nel Consiglio del CNEL;
c) L’uso, sempre ai fini della rappresentatività, di parametri come il numero complessivo di lavoratori e imprese associate induce ad individuare i CCNL leader come applicabili;
d) Viene vietata la possibilità di ritenere equivalenti CCNL che presentino retribuzioni inferiori a quello indicato dalla Stazione Appaltante, ed è proprio l’elemento retributivo peggiorativo a caratterizzare il fenomeno del cd. CCNL pirata paventato in sede parlamentare.

Semmai, l’Allegato I.01 può essere contestato per difficoltà applicative tecniche sull’uso dei criteri di equivalenza (che però riproducono quelli attualmente utilizzati sulla base della Relazione al Bando Tipo formulata dall’ANAC) e sicuramente la complessità del tema genera errori anche degli uffici legislativi, ma, quantomeno, costituisce un miglioramento rispetto all’attuale stato di incertezza generato dall’art. 11 del Codice che, dopo tante critiche, è stato sorprendentemente giudicato sufficiente ed idoneo da alcuni rappresentanti nel corso delle audizioni.
Intanto, nessuna notizia dal MIT sul tema: è stata accolta solo una proposta della Conferenza Unificata che non muta la sostanza dell’impianto originario.

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