Premessa. Brutte storie.
Parlare di costi della manodopera spesso significa parlare di un tema tecnico, di interpretazione di norme, principi di diritto costituzionale, legge delega, libertà imprenditoriale. Possiamo dire, più in generale, che spesso parlare di diritto significa parlare della realtà teorica delle norme. In questo modo, alle volte, le discussioni su questo tema si arrestano ad una prima fase (quella tecnica) senza arrivare alla seconda (quella pratica). È un limite insito in quello che si chiama positivismo giuridico, ed è giusto che sia così. Ma alle volte si sente l’esigenza di andare oltre, cioè di vedere quella realtà che le norme giuridiche nascondono, agendo come un velo attraverso i cui buchi si scorgono, senza vederli, i fatti e le conseguenze.
Parlare di costi della manodopera non significa solo parlare dell’art. 41 del Codice Appalti. Non significa parlare solo delle libertà imprenditoriali di gestione dei rapporti di lavoro e della propria organizzazione produttiva. Parlare di costi della manodopera significa parlare di lavoro e significa anche parlare, indirettamente, di tante brutte storie che ci sono nel mondo degli appalti pubblici.
Così, prima di trattare il tema, voglio chiedermi: siamo sicuri che l’attuale sistema normativo tuteli adeguatamente i diritti dei lavoratori? Siamo sicuri che queste norme prevengano abusi? Siamo sicuri che dichiarare un numero in un’offerta significhi garantire che quel numero risponderà alla realtà?
Voglio fare un esempio, un racconto che durante una cena mi ha fatto un imprenditore, del quale non dirò il nome. Un appalto di manutenzione del verde, che l’imprenditore vuole ad ogni costo, perché è in gioco la sua sopravvivenza. Dichiara un costo della manodopera ribassato ma non troppo, per evitare di scontrarsi con una pericolosa verifica di anomalia, e vince la gara. Ma i tempi di realizzazione sono stretti, e non vuole incorrere in penali. Tempi stretti significa un impiego di più risorse, e un aumento dei costi che non vuole sostenere. Cosa fa questo imprenditore? Di giorno mette dei lavoratori per mezza giornata a spulciare l’erba attorno alla strada, così che i costi siano (formalmente) diminuiti. Poi li fa tornare di notte, quando è sicuro che nessuno andrà ad effettuare dei controlli, che il Direttore dei Lavori (giustamente) dormirà, come dormiranno gli ispettori nella zona. La sua dichiarazione sui costi della manodopera era formalmente corretta, e l’ha rispettata pienamente. Sostanzialmente, invece, ha dimezzato i propri costi nascondendo un impiego non retribuito della manodopera per ore eccedenti. Certo, esponendosi al rischio di contenzioso da parte di quei lavoratori, ma si sa, alle volte si è restii a mordere la mano che dà da mangiare, spesso anche a causa di una scarsa consapevolezza dei propri diritti.
L’esempio mostra una cosa: arrestarsi al dato formale non consente di garantire efficaci tutele. Le tutele passano non da analisi di carte, ma dalla verifica della realtà, dai controlli a campione e a sorpresa. Le carte aiutano perché possono far emergere indici della realtà, ma non ci si può fermare alle carte.
La mia impressione è che il legislatore, oggi, sia convinto che carte, norme e certificazioni bastino a garantire la tutela dei lavoratori, con dichiarazioni, patenti, certificazioni e chi più carta ha più negli stampi! Un approccio che vedremo se sarà in grado di cancellare queste brutte storie.
Brutte storie, dicevamo. Qualche brutta storia c’è anche negli uffici gare. Qualcuna la conosciamo da #vitadagara. Persone pagate 900 euro al mese per la gestione full-time delle procedure, contratti a partita IVA che nascondono lavoro subordinato, davvero tante brutte storie. Ecco, spero che questa rivista possa contribuire anche ad una valorizzazione del ruolo di chi lavora negli uffici gare, facendo comprendere che non è un lavoro da compila-moduli e che come tale non può essere trattato, tanto più quando si pretende di non rispettare neanche quei minimi che il diritto del lavoro impone.
Ecco, scusate la breve parentesi su queste brutte storie, e torniamo al tecnico. Iniziamolo a farlo parlando di costi della manodopera.
Una buona lettura!
Vincenzo Laudani
In questo numero
Approfondimento
Il ribasso dei costi della manodopera tra le forche caudine del bando tipo e dell’art. 41
Consigli operativi
La verifica dei requisiti generali: dalla fase preliminare alla gestione in corso di gara
Domande e risposte
Aggiornamenti normativi
Suggerimenti per la redazione di atti
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