Il decreto correttivo reintroduce la norma sullo scorporo del costo del personale nonostante le perplessità della giurisprudenza e della prassi

27 Marzo 2017
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Il decreto correttivo reintroduce, tra le tantissime previsioni di modifica del codice, anche la questione dello scorporo del costo della manodopera “dal costo dell’importo assoggettato al ribasso d’asta”.

a cura di Stefano Usai

Premessa

Pur evidenti e legittime le finalità della disposizione non può però non rammentarsi le complicanze interpretative/applicative delle omologhe pregresse previsioni che affrontavano la stessa sostanziale questione di assicurare che gli affidamenti dei contratti pubblici avvengano nell’assoluto  rispetto degli obblighi prescritti per la tutela dei diritti (retributivi e contributivi) dei lavoratori impiegati nell’esecuzione delle commesse pubbliche.

In questo senso, tanta giurisprudenza pregressa che, in modo univoco con la stessa ANAC hanno evidenziato la sostanziale inapplicabilità delle precedenti disposizioni dirette ad imporre uno scorporo del costo del personale, dapprima a prescindere dal criterio di aggiudicazione utilizzato, e poi nella seconda – comunque infelice – versione limitata al solo caso di aggiudicazione con il criterio del minor prezzo.

Nonostante quindi le continue sottolineature tese ad affermare l’inapplicabilità della norma e, al contempo, la riaffermazione che l’unico modus utilizzabile per verificare la congruità dell’offerta anche in relazione ai costi del personale rimane il procedimento di verifica sulla potenziale anomalia, il legislatore torna sulla questione prevedendo una sostanziale omologa previsione rispetto alle esperienze normative pregresse espunte.

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