Uno sguardo ad alcune delle più significative modifiche all’impianto del codice appalti, desumibili dalle prime bozze del testo del “correttivo”
a cura di Luigi Olivei
Nel corso dei quasi 10 mesi di vigenza del d.lgs. 50/2016, chiunque abbia mosso critiche al contenuto della norma è stato severamente rimbrottato da parte degli autori di essere gufo e disfattista. Non sono nemmeno mancate accuse esplicite, rivolte in particolare alle stazioni appaltanti, di voler porre in essere un vero e proprio boicottaggio della riforma.
In questi giorni, però, il Governo si appresta ad approvare un decreto legislativo “correttivo” (come previsto del resto dalla legge delega) al codice, composto da ben 84 articoli, che nella sostanza rivede in radice l’intero codice dei contratti, anche con modifiche estreme alle fondamenta della riforma, come l’estensione dell’appalto integrato, il ritorno al subappalto nella categoria prevalente e al concetto di opere scorporabili, la minore enfasi sul “rating” dell’impresa.
Se si coniuga questa revisione profondissima del d.lgs 50/2016 alle 182 correzioni formali che la norma ha ricevuto nel corso dell’estate 2016, si ha la netta sensazione che le critiche mosse da molti operatori ed osservatori erano tutt’altro che infondate e, anzi, utili e necessarie.
Il fattore positivo è che molte di quelle critiche e dei suggerimenti correttivi, sono stati, a quanto sembra, recepiti. La cosa ovviamente non può che destare soddisfazione e sollievo, dal momento che pare sia cambiato radicalmente l’atteggiamento degli autori del codice, passato dalla difesa quasi piccata dell’opera compita nell’aprile 2016, ad una disponibilità a rivedere anche alcune fondamenta ideologiche.
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SPECIALE DECRETO CORRETTIVO A cura dei Appalti&Contratti |
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