Oneri di sicurezza aziendali e appalti pubblici: l’eterno dilemma tra Adunanza Plenaria e Corte di Giustizia UE

6 Luglio 2016
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C. Podda (www.appaltiecontratti.it 30/6/2016)

Negli ultimi mesi si sta registrando un sempre maggiore distacco dalla tassativa linea di indirizzo diffusa dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato – con sentenze n.3 del 20 marzo 2015 e n.9 del 2 novembre 2015 – in merito alla dibattuta questione dell’esclusione dalle gare d’appalto dei concorrenti in caso di mancata indicazione, all’interno delle offerte, degli oneri di sicurezza aziendali.
In entrambe le occasioni il Supremo consesso di Palazzo Spada,  nel richiamare il filone giurisprudenziale (in particolare Cons. Stato, sez. V: 7 maggio 2014, n. 2343; 9 ottobre 2013, n. 4964) circa l’obbligo di indicare nell’offerta, a pena di esclusione, gli oneri di sicurezza aziendali con riferimento agli appalti di servizi o di forniture ai sensi dell’art. 87 c.4 d.lgs. n. 163/2006, concludeva affermando l’estensione della previsione normativa agli appalti di lavori pubblici e la necessaria esclusione nella ipotesi di omessa dichiarazione anche qualora quest’ultima non fosse stata espressamente richiesta nel bando di gara.

Successivamente  con la sentenza n. 9/2015 veniva ribadito il principio della necessarietà dell’esclusione in caso di omessa indicazione e l’impossibilità del ricorso, con la possibile conseguente sanatoria della posizione soggettiva del concorrente, all’istituto del soccorso istruttorio.

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