Per l’OICE, però, è l’obiettivo generale della riforma che deve essere tenuto ben presente in questa fase: “un punto centrale che ci aspettiamo venga valorizzato – spiega Giorgio Lupoi – è quello della qualificazione sia delle stazioni appaltanti, sia degli operatori economici. Per i progettisti riteniamo che non si possa prescindere dalla richiesta in gara di requisiti di capacita economico-finanziaria e tecnico-organizzativa equilibrati per fasce di importo ma allo stesso tempo rigorosi e tali da fare emergere strutture e professionisti che, anche in raggruppamento, possano garantire la stazione appaltante rispetto alle esigenze qualitative di progetti esecutivi che dovranno essere sempre più accurati e dettagliati. Non condividiamo approcci, in controtendenza rispetto al quadro europeo e internazionale, tesi a ridurre o ad annullare del tutto il livello dei requisiti o di alcuni di essi. Va colta questa occasione anche per strutturare l’offerta di servizi di ingegneria e di conseguenza la qualità degli stessi. Inoltre occorre puntare su un nuovo sistema generale di qualificazione, come dice anche il decreto 50, finalizzato alla valutazione degli aspetti reputazionali del concorrente, all’analisi dei rapporti con i committenti pubblici, al livello di contenzioso attivato e al suo esito”.
Fra gli elementi ancora da approfondire delle linee guida sui servizi di ingegneria e architettura, per Lupoi, ci sono le indicazioni sui requisiti: “la previsione di un fatturato triennale ci sembra molto penalizzante e riduttiva; va recuperata la norma che consente di documentare i cinque migliori anni del quinquennio, così come deve essere ben chiaro che i servizi documentabili sono quelli eseguiti nel settore pubblico e privato, da provare con il contratto siglato e con le fatture quietanzate e con il certificato di servizi svolti in caso di committenti pubblici. È proprio un modello di certificazione dei servizi che manca in queste linee guida, elemento importante per garantire omogeneità di comportamenti delle stazioni appaltanti”.
Ma le linee guida sono solo un primo tassello di un quadro più ampio: “l’importante – conclude Lupoi – è uscire rapidamente, come è nelle intenzioni di ANAC, con queste indicazioni. Per noi è opportuno anche chiarire la cogenza e la vincolatività delle linee guida perché qualsiasi indirizzo cui non si accompagni una sanzione per chi non lo segue rischia di diventare inefficace. Infine ci teniamo a sottolineare che per semplificare realmente e per rendere più certo tutto l’iter procedurale bisogna mettere a disposizione delle stazioni appaltanti modelli di bandi e, soprattutto, contratti-tipo vincolanti, tali da rendere equilibrato il rapporto fra operatore economico e stazione appaltante”.
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