Le novità introdotte dalla L.221/2015 sulla green economy e gli appalti verdi

20 Gennaio 2016
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La Legge 28 dicembre 2015, n. 221, recante “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali” (c.d. “collegato ambientale” alla Legge di stabilità 2016), pubblicata nella G.U. n.13 del 18.1.2016, prevede significative modifiche al vigente Codice dei contratti pubblici volte ad agevolare il ricorso agli appalti verdi e l’applicazione di criteri ambientali minimi nei contratti pubblici.

La legge prevede che il Green Public Procurement diventi obbligatorio. Nello specifico, prevede che vengano adottati i criteri ambientali minimi previsti dal Piano d’Azione Nazionale per il Green Public Procurement per il 100% degli acquisti di beni e servizi che impattano sui consumi energetici e le emissioni di CO2 (attrezzature elettroniche, servizi energetici, illuminazione pubblica, IT, ecc.) e per il 50% degli altri acquisti delle altre categorie merceologiche e servizi per i quali i criteri ambientali minimi sono stati approvati o verranno in futuro approvati o aggiornati.

Il Collegato ambientale prevede anche misure per incentivare l’adozione delle certificazioni di prodotto (come ad es. Ecolabel, PEFC, Plastica Seconda Vita) o di sistema (come ISO14001/EMAS).

La particolare attenzione al settore del Green Public Procurement si coglie sia nelle nuove direttive comunitarie sugli appalti, sia nella legge delega per il recepimento delle direttive e il riordino della disciplina dei contratti pubblici (approvata definitivamente dal Senato il 14 gennaio scorso).

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